Oh Boy! by Marie-Aude Murail

Oh Boy! by Marie-Aude Murail

autore:Marie-Aude Murail [Murail, Marie-Aude]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Romanzo
ISBN: 9788809051713
editore: Giunti
pubblicato: 2007-12-31T23:00:00+00:00


Capitolo 9

Le piace la tapenade?

Morgane senza Siméon non era che l’ombra di una ragazzina. E poi c’era lo zero preso a scuola quella mattina stessa. Sola nella sua stanzetta dell’orfanotrofio, Morgane stava tirando fuori le cose dalla cartella. Prese il foglio dell’interrogazione: “Da far firmare alla mamma” aveva detto la maestra. La maestra non sapeva che Morgane non aveva più la mamma. Morgane non l’aveva detto e l’assistente sociale aveva semplicemente dimenticato di avvertire la scuola. Perché, in genere, tutti si dimenticavano di Morgane.

«Insomma, cosa succede?» l’aveva rimproverata la maestra che in fondo in fondo non amava quella prima della classe. «Non hai studiato? Hai visto? Lexane ha preso 10!»

E adesso bisognava far firmare quello zero. Ma a chi? Morgane non sapeva il numero di Bénédicte. Non sapeva dove si trovasse Josiane, quella che le aveva portato via la sorellina. Siméon era all’ospedale Saint-Antoine. Ma dov’era l’ospedale? E Barthélemy? Le correnti d’aria hanno un indirizzo?

Allora, a Morgane venne l’idea che non doveva far altro che firmare lei stessa, imitando la firma di sua madre. Probabilmente si trattava di un crimine, ma aveva forse altra scelta? Aveva un modello di firma? Si rimise a frugare nella cartella fino a trovare una lettera scritta dalla madre alla maestra la quale, dopo averla letta, l’aveva restituita alla bambina.

La lettera diceva:

“Le chiedo cortesemente di giustificare mia figlia dalla lezione di nuoto in piscina di martedì 19 ottobre. Morgane ha mal di gola e tossisce spesso. Grazie”.

Ed era firmato: Catherine Dufour. Leggendo quel messaggio di una banalità incredibile, il messaggio della mamma di una bimba con il raffreddore, Morgane pensò che le si sarebbe fermato il cuore. Era passato così poco tempo, era ieri. Le parole sembravano ancora vive. Morgane si guardò intorno come un bambino che si risveglia da un sogno. Il suo sguardo tornò al foglio. Zero. “Da far firmare alla mamma”. Allora, come una sonnambula, Morgane prese la penna e con molta attenzione, quasi senza tremare, riprodusse la firma della madre.

«Cucù!»

Era Bart. Subito Morgane girò il foglio per nascondere la sua vergogna e il suo crimine. Si alzò, le mani congiunte in un gesto di supplica.

«Cosa ti è successo?» le chiese Bart, con quell’aggressività nella voce di cui non si rendeva conto.

«Ho fatto una cosa brutta» confessò la bambina.

E scoppiò in singhiozzi troppo grandi per il suo petto.

«Che cosa? Su, smetti di frignare!»

Morgane singhiozzò: «Ho... ho...» e il resto non veniva. A Bart venne voglia di finirla a colpi di cartella.

«Ho preso uno ze...ze... ro!»

«Accidenti!» disse Bart fingendo di sembrare disperato. «Già sei bruttarella, se in più mi diventi anche stupida...»

Si sedette sul letto.

«Ma smettila» brontolò. «Sai quanti zero ho preso io? Eppure, vedi? Questo non mi hai impedito di diventare un bel ragazzo completamente incapace!»

«Non è... non è... la cosa più grave» singhiozzò Morgane.

«Cos’altro? Hai castrato il tuo fidanzatino perché intortava la tua migliore amica?»

Morgane scosse la testa. No, non era esattamente questo. Bart afferrò la ragazzina per le braccia piuttosto bruscamente e l’attirò verso di sé.

«Vieni qui, cavalletta».

La mise a sedere sulle sue ginocchia.



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